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I casinò fisici in Italia sono solo quattro: Venezia, Sanremo, Campione e La Vallée. Queste case da gioco rappresentano una deroga al codice penale, che di per sé vieterebbe la loro istituzione. Tuttavia, l’online ha una legislazione ben diversa e il mercato dei casinò è molto florido, come si può vedere anche dai dati di betway. Ma quando si è liberalizzato il mercato dell’azzardo online? E con quanto ritardo rispetto ad altri paesi europei e del mondo? Cerchiamo di spiegarlo qui di seguito.
Nel mondo
Il primo casinò online nasce nel 1994, quattro anni prima della nascita di Google. Si tratta del software Microgaming, è il primo dedicato all’azzardo in rete. Intanto, ad Antigua, nei Caraibi, si approva la prima legislazione che permette di traslare il mercato fisico del gioco e delle scommesse sull’online.
Microgaming divenne in poco tempo la base su cui strutturare il primo vero casinò online: “The gaming club”, ancora presente sul mercato. L’anno successivo, nel 1995, nasce CryptoLogic: la prima azienda che cripta le informazioni sui flussi di denaro per renderli sicuri. Poco dopo, la nascita e lo sviluppo delle case da gioco online diventa esponenziale e la concorrenza si fa sempre più ampia, con una ricerca al miglioramento del servizio che ha permesso di creare piattaforme fluide e prive di bug informatici. In più, l’investimento sulla sicurezza ha permesso a questi colossi del divertimento di creare piattaforme a prova di hacker, che hanno permesso la creazione di software antivirus avanzati, che permettevano una transazione di denaro a prova di ladri informatici.
Il poker online
La fine degli anni Novanta ha permesso la nascita delle poker room in rete. La prima società si affaccia sul mercato nel 1998, ma la difficoltà di connessione, la possibilità frequente di interruzioni e le difficoltà tecniche legate al gioco contemporaneo da più parti del mondo rendeva difficile la sua fruizione, soprattutto il fatto di accedere alla stessa poker room per diversi giorni. Nel 1999, tuttavia, inizia la concorrenza e Paradise Poker crea room diverse per diverse varianti del famoso gioco americano, come “Texas Hold’em”, “Seven-Card Stud” e “2-7 Triple Draw”. Tanti gli iscritti e molto successo, ma mai quanto quello che avvenne nel 2003, che decretò un vero e proprio boom del settore, la vittoria di 2,5 milioni di dollari di Chris Moneymaker alle World Series of Poker.
Il betting online
Ancora prima del poker, fu la comparsa delle scommesse online a rendere il gioco d’azzardo famoso in tutto il mondo. La prima società venne a crearsi nel 1996, ma in breve la concorrenza si fece agguerrita: numerosi bookmaker proposero offerte bonus eccellenti, ottime quote, scommesse gratuite e ulteriori omaggi per ottenere più clienti. Il boom vero e proprio, però si ebbe con la comparsa dei dispositivi mobili e delle app, che resero il betting immediato e il gioco molto più facile, perché possibile accedervi da qualsiasi luogo. Tuttavia, già dal 2002 i bookmaker avevano creato le scommesse dal vivo, possibili solo online e per questo già da tempo le scommesse in rete erano diventate più appetibili di quelle analogiche.
In Italia
Nel Regno Unito la legalizzazione del gioco online è avvenuta nel 2005. In Italia, però, la storia dei casinò online è molto più recente. Solo nel 2011, con il decreto agosto del governo Berlusconi si arrivò alla legalizzazione del gioco d’azzardo online. In sei mesi, dall’approvazione della manovra, le aziende fatturarono 5 miliardi di euro, nonostante si parlasse solo di scommesse, giochi da tavolo e lotterie, senza la possibilità di giocare con le slot machine online, che furono rese legali solo nel 2012.
Dalla legalizzazione le società che oggi operano sul mercato sono molteplici e tutte con fatturati importanti, sono molto autorevoli e tutte molto sicure. Dalle lotterie, come Snai, Sisal e Lottomatica, alle piattaforme internazionali di scommesse e di casinò come Betway e 888casino.
Tutte le aziende devono seguire un iter che renda il servizio sicuro per tutti. La concessione, infatti, viene rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che si comporta con gli operatori in rete così come con gli operatori fisici.