Ebbene, se proprio non possiamo permetterci la villa in Provenza o comprare mobili settecenteschi nei mercatini d’antiquariato, possiamo affidarci al nostro gusto per scegliere mobili, usati, e trasformarli in meravigliosi arredi originali e poetici. Come?
Innanzitutto scegliamo il colore da attribuire all’atmosfera della nostra casa, proprio come dipingere una tela.
In questo caso, scegliamo il bianco. Il bianco come la neve, la freschezza, il bianco come chiarore e anche come "gustaviano"!
Dipingiamo le pareti di bianco candido e non badiamo a chi ci dice che questo è un colore monotono: è tutto il resto che fa la differenza.
In alternativa potremmo usare anche il grigio ghiaccio.
Bianche le tende, che fanno filtrare la luce, bianchi o avorio i tappeti, semplici e grezzi, bianchi i divani o i copri-divani (quindi basta avere anche grandi teli bianchi, grigi chiari o avorio da cucire o sistemare sul nostro vecchio divano arancione) e…
bianchi saranno anche i mobili!
Scegliamo il tavolo, le sedie e la credenza, scompagnati è d’obbligo, e cominciamo a esprimere la nostra arte, a dare a ogni pezzo, la propria anima. Prendiamo la credenza di recupero: puliamola e carteggiamola vigorosamente affinché venga rimossa tutta la vernice precedente.
Quando avremo il legno originale, dipingiamolo con un pennello piatto, di un colore acrilico scuro (es. marroncino). Facciamolo asciugare. Strofiniamo una candela di cera sui punti in cui vogliamo far emergere l’usura. Infine, prendiamo il colore acrilico satinato bianco e passiamolo per bene su tutto il mobile. Fare asciugare. Quando è tutto asciutto, con una carta abrasiva, strofiniamo le zone in cui avevamo passato la cera. L’effetto finale è meraviglioso: il colore scuro emerge da quello chiaro dando un tocco di vissuto a qualsiasi anonimo mobiletto!
Infine, rechiamoci con disinvoltura nei mercatini d’antiquariato e sbizzarriamoci con gli acquisti di oggetti da “shabbizzare” per decorare gli ambienti: portafoto, porta penne, cornici per quadri o specchi, oppure molto romantiche, vecchie tazzine di caffè, bianche e decorate, e ricordiamoci rigorosamente scompagnate!