Io sono l’amore è un film che ha conquistato milioni di persone, in particolar modo con la sua casa spettacolare. Curiosi di scoprire dove si trovi?
Io sono l’amore: dove si trova la splendida casa del film
Villa Necchi Campiglio è uno splendido esempio di architettura italiana del periodo tra le due guerre, imponente e circondata da un giardino mozzafiato, completo di piscina e campo da tennis.
Un tempo dimora della prestigiosa famiglia Necchi Campiglio – rinomata esponente della borghesia industriale lombarda – fu costruita dall’architetto milanese Piero Portaluppi tra il 1932 e il 1935, con successive ristrutturazioni da parte di Tommaso Buzzi, e rappresenta l’introduzione del Razionalismo nell’architettura moderna.
La villa rappresenta una nuova idea di lusso tipica dell’epoca, che rinuncia alla maestosità classica a favore dell’innovazione tecnologica e dei materiali pregiati. Le sue vaste sale dai soffitti alti vantano pannelli in noce e parquet da urlo, oltre a splendide porte in acciaio sbalzato, e sono ricche di straordinarie arti decorative e arredi.
La villa ospita anche un’impressionante serie di opere d’arte provenienti dalla collezione originale della Necchi Campiglio e dalle collezioni di Claudia Gian Ferrari e di Alighiero ed Emilietta De Micheli – queste ultime due presentate alla villa dopo la sua ampia ristrutturazione e apertura al pubblico nel 2008.
Altre curiosità
È in questo periodo che la villa ha attirato l’attenzione del regista Luca Guadagnino, da tempo alla ricerca della location perfetta per il suo prossimo film, il capolavoro del 2009 Io sono l’amore.
Il film, visivamente stupefacente e sontuosamente girato, racconta la storia della famiglia Recchi – industriali tessili milanesi di prima e seconda generazione, guidati da Tancredi Recchi (Pippo Delbono) e da sua moglie Emma (Tilda Swinton) – e il dramma che ne deriva quando una frustrata Emma cede alle forze della passione.
Il cast è assolutamente impeccabile e la Villa Necchi Campiglio non fa eccezione, con la sua solida grandezza e la sua elaborata planimetria che giocano un ruolo vitale sia simbolicamente che fisicamente. Da consumato perfezionista, Guadagnino ha coinvolto il suo team di scenografi per adattare gli interni della casa in base alla sua specifica visione.
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