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Con l’inizio del nuovo anno è possibile che qualcuno abbia pensato di iniziare dei lavori che coinvolgono la ristrutturazione di una casa, motivo per cui bisognerà mettere mano all’impianto elettrico. In questo articolo tutte le info necessarie per richiedere il bonus sull’impianto elettrico che il governo ha esteso per essere utilizzato nel 2021.
Bonus impianto elettrico 2021: in cosa consiste?
Si tratta della possibilità di scaricare le spese del 2021, così come con il bonus delle stufe a pellet, per la manutenzione dell’impianto elettrico, al fine di ottenere una detrazione.
Durante la dichiarazione dei redditi verrà scalata una detrazione IRPEF del 50% sui costi di ristrutturazione.
Per ottenerla, l’importo di spesa totale dei lavori su cui si applicherà il 50% non deve aver superato i 96 mila euro. Quindi si potranno ottenere indietro fino a 49 mila euro (ovvero la metà dei 96 mila). Questa detrazione verrà restituita in rate, per l’esattezza: 10 rate annuali dello stesso valore.
Come lo si ottiene?
Per richiedere questo bonus bisognerà risultare idonei presentando una serie di documenti e certificati.
Quali documenti servono?
È necessario farsi rilasciare da un professionista la certificazione che dimostra il rispetto della norma CEI 64-8. Questa indica il rispetto di alcuni parametri e vincoli che riguardano il progetto, e la verifica dell’impianto elettrico, confermando che non presenta alcun difetto.
Servono inoltre un documento di Dichiarazione di Conformità (DiCo) e uno per la Dichiarazione di Rispondenza (DiRi), il primo è obbligatorio e deve essere già nelle mani del proprietario al momento dell’installazione di un nuovo impianto, il secondo viene emesso quando manca il Certificato di Conformità (ovvero quando non è reperibile o non esiste).
Chi è idoneo al bonus?
Risulteranno idonei solo i soggetti che presenteranno i documenti elencati sopra, e che appartengono a una di queste categorie:
- i proprietari;
- gli affittuari o comodatari;
- imprenditori individuali (solo per immobili che non rientrano fra i beni strumentali per l’azienda);
- i titolari di un diritto reale di godimenti;
- i soggetti indicati dall’articolo del Tuir numero 5 e i soci di cooperative.
Nel caso in cui fosse stato stipulato un contratto preliminare di vendita, si può richiedere la detrazione solo se l’acquirente è stato immesso nel possesso dell’immobile, se i lavori di ristrutturazione sono stati svolti a suo carico o semplicemente se il compromesso è stato registrato regolarmente.
Come richiedere la detrazione
Non si potrà avere accesso al bonus effettuando pagamenti in contanti. Bisognerà invece pagare attraverso un bonifico parlante, postale o bancario in cui indicare la causale del versamento (riferendosi alla norma dell’articolo 16-bis del Dpr 917/1986), il codice fiscale di chi beneficia del bonus, il codice fiscale o la partita Iva di chi beneficia del pagamento e gli estremi della fattura con numero e data.
Per semplificare la procedura della compilazione ed essere sicuri di averla svolta correttamente, si possono chiedere alla banca dei moduli precompilati.