Quando ci si accinge a ristrutturare un’immobile di nostra proprietà, ci si trova sempre di fonte ad un passo importante, tanta documentazione, permessi e altri nulla osta sono necessari per avviare una
ristrutturazione. Uno di questi cavilli burocratici è rappresentato dall’eterno problema dell’
amianto, infatti in più dell’
80% delle ristrutturazioni ci si ritrova a dover bonificare l’immobile a causa delle
tracce di fibre d’amianto ritrovate.
L’amianto infatti per decenni è stato impiegato come isolante o materiale fonoassorbente, in tubazioni o nelle coperture.
L’
amianto è una sostanza altamente nociva per l’organismo, in particolare è una sostanza molto resistente e perciò negli anni è risultata essere molto conveniente nell’impiego edile in coperture, pareti e tubazioni.
Amianto in casa: normativa
La
normativa in materia di smaltimento e bonifica dall’amianto è sfociata nella
legge 257/1992 che concretamente ha bandito qualsiasi impiego dell’amianto o eternit. A questa normativa si sono poi succeduti una serie di decreti attuativi che hanno stabilito modalità e tempistiche, per quanto riguarda la bonifica e lo smaltimento dell’amianto. Molte volte ciò che induce il privato ad esimersi dall’obbligo di smaltire in maniera idonea tale materiale è spesso il
costo proibitivo di tutto il processo di
bonifica e smaltimento amianto che invece deve essere svolto da aziende di professionisti come MBA.
Per ovviare a tali problematiche e favorire tali iter di prevenzione, il governo ha varato una serie di normative che permetteranno ai titolari di ristrutturazioni di godere di
incentivi fiscali per un rimborso pari al 50% delle spese per le ristrutturazioni e al
65% per le azioni messe in atto per migliorare da punto di vista energetico l’abitazione o l’intero fabbricato. Il rimborso viene erogato dall’
IRPEF e sarà poi versato sul
730 o sul
modello unico, si ricorda che il tetto massimo complessivo per la detrazione è di 96.000 euro per singolo immobile.
Cosa fare per ottenere tale detrazione?
La
detrazione per svolgimento di attività di bonifica e smaltimento dell’amianto richiede la presentazione di
apposita domanda, inoltre è necessario indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell’immobile e la documentazione comprovante l’avvenuto pagamento dei lavori.
Come procedere per la bonifica?
L’amianto come abbiamo accennato è un materiale pericoloso che nuoce gravemente alla salute e quindi l’opera di bonifica e successivo smaltimento risulta un’ottima scelta.
Ovviamente nel caso ci ritrovassimo nella condizione di provvedere alla bonifica del nostro immobile, è
sconsigliato provvedere autonomamente, infatti il rischio di contaminazione è altissimo e anche quello di compromettere la propria salute e quella dei nostri famigliari, oltre ad incorrere in
pesanti sanzioni amministrative.
L’unico modo per disfarsi dell’amianto è quello di rivolgersi alle ditte o imprese specializzate nella
bonifica e smaltimento dell’amianto che si preoccuperanno di redigere un apposito e obbligatorio crono programma dei lavori all’interno del quale sarà illustrato in maniera dettagliata il
tipo di bonifica (rimozione e/o smaltimento, incapsulamento e confinamento). Il suddetto piano verrà poi presentato agli
organi di vigilanza preposti e al responsabile alla sicurezza che dovrebbe essere già stato nominato in fase di installazione del cantiere per i lavori di ristrutturazione. Ormai la maggior parte delle imprese o ditte sono provviste di responsabili e addetti per la
rimozione dell’amianto e per la sua sostituzione con altro materiale non dannoso. Importantissimo rivolgersi a tali ditte autorizzate ad effettuare tali operazioni di bonifica in quanto esse stesse si occuperanno di stilare l’intera documentazione e a scanso di errori assumersi la responsabilità della pratica.
Quali sono i costi per la bonifica dell’amianto?
Quando ci si rivolge ad una
ditta autorizzata per la rimozione e smaltimento dell’amianto si deve necessariamente emettere in conto il costo di tale operazione. Infatti sono appunti gli oneri di questo smaltimento a frenare moltissimi privati nell’avvio delle pratiche per la bonifica. Ma in realtà a quanto ammontano tali costi? E soprattutto da cosa dipendono? Possono variare o sono fissi?
Sono moltissime le domande in merito a questo argomento. I
costi variano a seconda dell’impresa e dipendono dalla dimensione della parte da smantellare, dalla quantità di eternit ritrovato e quindi da rimuovere, possono dipendere anche dal raggiungimento più o meno difficoltoso del punto in cui è contenuto l’amianto. Tantissime insomma sono le variabili che intervengono nella
valutazione dei costi per la rimozione e il
successivo incapsulamento dell’amianto, ad essi poi si devono necessariamente sommare quelli riguardanti tutta la documentazione da presentare ai vari uffici o organi di vigilanza, per l’ottenimento dei nullaosta o dei permessi per effettuare tali operazioni a norma di legge.
Come funziona la bonifica amianto?
La bonifica consiste fattivamente in 3 fasi,
incapsulamento, confinamento e rimozione.
L’incapsulamento consiste nell’apporre sul materiale un
impregnante che evita che le
fibre di amianto possano disperdersi nell’aria.
Il confinamento consiste invece nell’
isolare in una struttura a tenuta stagna le zone contaminate e in ultimo va effettuata la rimozione e la sostituzione definitiva con altro materiale non nocivo.
Tutto il materiale ricavato dalla rimozione viene poi momentaneamente stoccato in un’area di cantiere sino al momento del trasporto nelle
discariche autorizzate.
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